La malattia di Alzheimer rappresenta la principale forma di demenza degenerativa. Questa condizione comporta problematiche di tipo cognitivo, funzionale, comportamentale e sociale, e accanto alla terapia farmacologica il suo trattamento prevede:
- provvedimenti di tipo ambientale per controllare sintomi non cognitivi come apatia, aggressività, disturbi psicotici;
- test psicometrici che consentono di misurare il progressivo decadimento del grado di autonomia nelle attività quotidiane come lavarsi, vestirsi, alimentarsi;
- interventi volti alla riabilitazione cognitiva, che ha l’obiettivo di mantenere e migliorare le capacità cognitive residue.
In questo articolo cercheremo di capire meglio che cos’è la riabilitazione cognitiva e come viene messa in pratica nella struttura San Petronio, casa di riposo e casa residenza per anziani di Bologna appartenente alla società Real Salus, dove è stato allestito anche lo Spazio Alzheimer, area appositamente studiata per fornire riabilitazione e stimoli adeguati a chi soffre di questa malattia o di altre patologie connesse con il deterioramento cognitivo.
Cos’è la riabilitazione cognitiva e qual è il suo ruolo nel trattamento di Alzheimer e demenze
La riabilitazione cognitiva consiste in un trattamento non farmacologico rivolto a soggetti colpiti da demenza e non. L’obiettivo principale è il recupero e il sostegno delle abilità cognitive allo scopo di contrastarne il decorso degenerativo di tipo fisiologico oppure causato dalla malattia.
“Sono interventi mirati a incrementare il benessere e l’autonomia dell’anziano” spiega l’animatrice Gabriella Nerieri, da oltre dieci anni operativa in Real Salus. “Gli interventi hanno lo scopo di riattivare e stimolare le sue competenze residue e di rallentare la perdita funzionale delle abilità cognitive”.
Perché sia efficace, è fondamentale adottare un approccio a 360 gradi, che consideri il paziente dal punto di vista psicofisico. “Bisogna tenere presente la globalità del soggetto e il fatto che un malato, come qualsiasi persona, non è fatto da una mente e da un corpo che si ammalano separatamente e che vanno curati in modi diversi, ma che si tratta di un tutt’uno. Di conseguenza, anche l’intervento sarà globale e richiederà la coordinazione tra figure professionali dalle competenze differenti (animatrici, fisioterapisti, OSS, infermieri)”, specifica l’animatrice.
Gli obiettivi della riabilitazione cognitiva
Le azioni di riabilitazione vanno progettate per tendere a questi risultati:
- Mantenere i pazienti occupati in attività che loro gradiscono, in quanto è terapeutico e protettivo.
- Rinforzare le abilità cognitive presenti, quali attenzione, concentrazione, memoria, linguaggio, ragionamento, abilità prassiche (la capacità di compiere correttamente gesti che presuppongono coordinamento tra funzioni cerebrali e atti fisici) ed esecutive, favorendone un utilizzo validante.
- Ridurre in frequenza/intensità i problemi comportamentali, ansia e depressione, rendendoli più gestibili e migliorando il senso di autoefficacia, autostima e integrazione interpersonale.
- Supportare e migliorare il livello di autonomia nelle attività quotidiane.
- Mantenere il benessere generale e migliorare la qualità della vita.
- Ridurre lo stress di chi assiste e, in generale, i carichi assistenziali (ricordiamo che i caregiver possono andare incontro a burnout).
- Limitare o ritardare l’utilizzo dei mezzi di contenzione farmacologica e/o fisica.
La riabilitazione cognitiva in Real Salus: strategie e attività svolte
Nella struttura di Real Salus la riabilitazione cognitiva è uno degli approcci terapeutici adottati per supportare le persone colpite da Alzheimer o demenza e non solo.
Come spiega Gabriella, un fattore da cui non si può prescindere nel metterla in pratica è fornire la giusta motivazione: “Perché i programmi vengano svolti dagli ospiti è necessario saper cogliere cosa è emotivamente significativo per loro e introdurre questo valore per finalizzarne il comportamento. Compito dell’animatore è trovare il modo di rendere le attività sensate e interessanti”, sottolinea.
Per esempio, il gioco crea divertimento, rinforza la partecipazione e la motivazione: da qui il ricorso a formule come la tombola, il gioco dei birilli, il gioco dell’oca, i giochi con le carte, che rappresentano ottime attività ricreative per anziani.
In San Petronio la riabilitazione cognitiva è guidata dalle animatrici e viene svolta prevalentemente nella sala comune, ma anche nel giardino. Può avvenire in gruppo o in modalità personalizzata, sia per individuo sia per piccoli gruppi.
Vediamo, di seguito, alcune delle attività specifiche proposte nella struttura, suddivise in base alle diverse funzioni cognitive a cui sono dirette.
Stimolare l’attenzione
Con “attenzione” si intende la capacità di concentrarsi su stimoli specifici. Esercizi utili per mantenere viva l’attenzione e la memoria possono essere organizzati in piccoli gruppi al fine di stimolare una competizione vitale che rende le persone anziane più partecipative. Ecco alcuni esempi di attività di questo tipo svolte in Real Salus:
- tombola;
- cruciverba;
- giochi con le carte;
- memory;
- gioco “nomi, cose, città”;
- lettura di un libro e commento;
- puzzle;
- associazione delle parole in coppie affini;
- cultura religiosa con ripetizione del rosario e ascolto della Santa Messa;
- associazioni mentali di parole;
- giochi come indovinare un personaggio o una parola.
Migliorare la percezione
La percezione si distingue in visiva, acustica, olfattiva, tattile, gustativa, spaziale e temporale. “È importante offrire ripetute sollecitazioni per mantenere attive tutte queste funzioni al fine di preservare la capacità di esplorazione e osservazione”, spiega Gabriella.
Tra le attività svolte finalizzate a sollecitare i sensi ci sono, ad esempio:
- riconoscere diversi materiali con il tatto;
- indovinare attraverso i sapori e gli odori gli alimenti;
- ascoltare e differenziare/selezionare i rumori circostanti.
“Anche il contatto fisico ha importanza, perché trasmette affetto e sicurezza e porta a un benessere emotivo e generale” aggiunge l’animatrice.
Azione sulla memoria
“La memoria è una delle abilità cognitive che risente di più dello scorrere del tempo. Tutti gli esercizi visti finora stimolano la memoria a breve e lungo termine, la memoria procedurale e la memoria semantica” dichiara Gabriella. Quest’ultima, in particolare, si allena con la strategia delle ripetizioni, che consiste, ad esempio, nel:
- ripetere poesie;
- dire proverbi;
- ricordare i nomi dei mesi;
- fare lo spelling delle parole;
- elencare sequenze di azioni;
- fare rievocazioni;
- cantare.
Per chi volesse saperne di più, abbiamo dedicato un precedente articolo proprio alla perdita della memoria negli anziani.
Stimolare il linguaggio
Il linguaggio, per funzionare bene, deve poter lavorare in sinergia con altre funzioni cognitive come l’attenzione, la memoria, la concentrazione. Gabriella Nerieri spiega che “la musica, e soprattutto cantare canzoni note, spesso stimola la formulazione di parole o frasi. Un’ulteriore attività utile consiste nella produzione di parole per lettere o per categorie, perché sollecita una rievocazione attiva”.
Incentivare l’orientamento spaziale
L’orientamento spaziale aiuta a comprendere il contesto in cui ci si trova. Per rafforzare questa abilità è importante suggerire dei punti di riferimento fissi attraverso attività specifiche come quelle proposte in San Petronio, ad esempio:
- rilevare la posizione dei punti cardinali osservando il sole;
- collocare i monumenti all’interno della città;
- utilizzare la carta geografica fisica e politica dell’Italia.
Favorire l’orientamento temporale
Al pari di quello spaziale, l’orientamento temporale è necessario per padroneggiare il contesto che ci circonda. In questo caso, i punti di riferimento sono rappresentati dall’applicazione di una routine alla vita degli ospiti, stabilendo i ritmi della giornata o programmando le attività in giorni e orari fissi.
“È importante anche abituare la persona a utilizzare calendario e orologio, oltre che sollecitare un’attenta osservazione di ciò che è intorno, come ad esempio l’abbigliamento, le condizioni atmosferiche, le decorazioni per le festività: tutto questo è utile a orientarsi meglio a livello temporale” specifica l’animatrice.
Agire sul movimento
“Un’ampia gamma di funzioni cognitive è collegata al movimento. L’inattività conduce alla perdita della funzione, ma l’elemento motivazionale è fondamentale. Per questo la terapia occupazionale è tra le tecniche di intervento più efficaci e consiste in trattamenti che sortiscono effetti su autonomia, autostima e benessere”, afferma Gabriella.
Attività occupazionali inerenti alle funzioni della vita quotidiana – come piegare la biancheria, cucire, preparare cibi, hobby preferiti, giardinaggio – risvegliano più facilmente le rappresentazioni mentali. Per interventi più specifici, invece, come la ginnastica, occorre fare leva sull’effetto terapeutico, benefico e giocoso di alcuni movimenti, anche utilizzando piccoli attrezzi e materiali vari. In questo contesto, ad esempio, rientra la lezione di gruppo settimanale effettuata dai fisioterapisti di San Petronio.
Se desideri sapere di più sulla riabilitazione cognitiva, che può essere svolta anche a domicilio, e su tutti i servizi offerti da Real Salus, contattaci.
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