Fisioterapia e riattivazione neuromotoria a seguito di ictus nell’anziano

Nel percorso dall’ospedale a casa il ruolo delle strutture specializzate per affrontare il ciclo di riabilitazione dopo l’ictus

L’ictus è fra le prime tre cause di morte in Italia e la prima di disabilità. Ogni anno si registrano circa 185.000 casi nel nostro paese, con una prevalenza che aumenta con l’età, specialmente dopo i 65 anni. La fascia maggiormente a rischio è infatti quella compresa fra i 65 e gli 84 anni con una leggera predominanza degli uomini rispetto alle donne. L’invecchiamento della popolazione da un lato e gli esiti invalidanti per una percentuale significativa dei pazienti, circa 1/3, delle persone colpite, pongono come essenziale la massima efficienza nella qualità dell’approccio e nelle tempistiche del trattamento in cui gioca spesso un ruolo fondamentale la riabilitazione.

Che cos’è l’ictus?

L’ictus è un danno cerebrale che si verifica in seguito all’interruzione improvvisa dell’apporto di sangue e ossigeno al cervello. Questo evento neurologico può verificarsi, nel caso dell’ictus ischemico in seguito al blocco di un’arteria che porta il sangue al cervello – di norma causato da un coagulo di sangue e/o da un deposito di grasso dovuto all’aterosclerosi; oppure, nel caso dell’ictus emorragico, in seguito alla rottura di un’arteria del cervello che oltre a bloccare l’afflusso di sangue, determina un’emorragia, appunto, che esercita pressione sul tessuto cerebrale.

I sintomi più frequenti che possono indicare l’insorgenza di un ictus

Sebbene i sintomi possano variare in base al tipo di ictus e all’area del cervello interessata, ci sono alcune manifestazioni ricorrenti che possono indicarne l’insorgenza. È fondamentale sottolineare che la presenza di uno o più di questi sintomi richiede un intervento medico immediato.

Da considerare con attenzione:

  • Debolezza o Paralisi specie se su un lato del corpo. La persona potrebbe avere difficoltà a muovere un braccio o una gamba.
  • Problemi di Linguaggio: difficoltà a parlare e/o a comprendere. La persona potrebbe sembrare confusa e avere problemi a formulare frasi.
  • Perdita di equilibrio e coordinazione, vertigini: difficoltà a mantenere l’equilibrio e a coordinare i movimenti, giramenti di testa.
  • Disturbi Visivi: visione offuscata, doppia o mancanza improvvisa della vista
  • Forte mal di Testa associato ad altri sintomi.
  • Confusione Mentale: disorientamento, confusione, difficoltà a comprendere quanto accade, difficoltà a collocare gli eventi in un corretto ordine spazio/temporale

I sintomi di norma si manifestano improvvisamente e possono intensificarsi nei primi minuti o ore dopo l’insorgenza. In molti casi, l’ictus si stabilizza, causando lesioni cerebrali minime o non progressive. Tuttavia, nel 10-15% dei casi, il danno continua a progredire per un massimo di 2 giorni, sono i casi in cui si parla di ictus “evolutivo”. Circa un terzo delle persone dopo un ictus ischemico ha un recupero quasi completo.

Dalla diagnosi di ICTUS all’inizio delle cure

Dopo un intervento immediato del personale sanitario, assolutamente vitale in questi casi, la diagnosi viene raggiunta a seguito dell’analisi dei sintomi, dell’esame obiettivo del paziente e dei risultati della diagnostica per immagini: tomografia computerizzata e la risonanza magnetica.
Il trattamento di questa patologia può comprendere l’uso di farmaci per dissolvere coaguli sanguigni o renderli più fluidi, oltre a procedure chirurgiche finalizzate alla rimozione fisica dei coaguli, seguite da un programma di riabilitazione.

Il ruolo della Riabilitazione neuromotoria post-ictus

Il percorso di riabilitazione neuromotoria post-ictus gioca un ruolo fondamentale per il recupero delle funzionalità colpite e il miglioramento della qualità di vita dei pazienti in particolare anziani. Nella quasi totalità dei casi è la chiave di volta per superare o contenere le disabilità e tornare alla propria vita autonoma.

Considerate che le terapie riabilitative iniziano immediatamente, direttamente in ospedale, con il superamento della fase più critica e i primi segnali di recupero fisico del paziente, solitamente entro 1-2 giorni dal ricovero. La tempestività è fondamentale sempre, vitale in presenza di un paziente anziano specie quando possono già essere presenti a vario livello, dei deficit motori. Successivamente alle dimissioni, la riabilitazione può proseguire in vari contesti, come ambulatori, case residenze anziani o centri specializzati, oltre che a casa in base alle condizioni del paziente.

Una corretta mobilizzazione è urgente e fondamentale per prevenire la spasticità muscolare e mantenere tono e forza. Le attività previste nel programma di riabilitazione, evidentemente strutturate in base alle zone colpite, attraverso esercizi mirati addestrano le aree cerebrali sane ad assumere funzioni precedentemente gestite dalla zona lesionata.
Al contempo i muscoli non danneggiati dall’ictus vengono allenati per compensare in modo adeguato eventuali perdite di funzionalità.

Gli obiettivi della riabilitazione sono diversi e tutti profondamente legati alla possibilità di restituire ai pazienti una buona qualità di vita. Indubbiamente il recupero massimo possibile delle funzioni quotidiane, il mantenimento e il miglioramento della condizione fisica, la miglior qualità di deambulazione, il supporto nel riapprendere vecchie abilità e acquisirne di nuove. E così come molti sono gli obiettivi, allo stesso modo il successo del percorso riabilitativo dipende da vari fattori; sicuramente dall’area cerebrale coinvolta e dalla gravità del danno subito, dallo stato fisico generale del paziente, dalle sue capacità funzionali e cognitive pre-ictus.

Non sono tuttavia da sottovalutare, la pazienza e la perseveranza, elementi chiave nel raggiungimento degli obiettivi, così come il supporto emotivo della propria rete di affetti. La partecipazione attiva al programma può contribuire a evitare o ridurre il rischio di depressione.

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