Una graduale diminuzione dell’appetito, negli anziani, può considerarsi una manifestazione del naturale processo di invecchiamento. Il ridotto fabbisogno energetico, infatti, comporta una minore richiesta di calorie da parte del fisico; inoltre, le alterazioni sensoriali, dovute all’avanzare dell’età, fanno sì che il cibo abbia un sapore diverso e meno invitante. A questi fattori si aggiungono gli effetti collaterali dei farmaci, eventuali problemi di masticazione o una condizione psicologica poco serena, come può capitare a chi vive in solitudine.
La prima conseguenza della perdita di appetito è il dimagrimento, un segnale che non deve essere trascurato, soprattutto se sproporzionato e repentino. In questo articolo, quindi, capiremo come si manifesta l’inappetenza negli anziani e come gestirla nella quotidianità.
Inappetenza negli anziani: da cosa è causata?
La mancanza di appetito, nella terza età, dipende soprattutto da cause fisiologiche che vanno a incidere sul desiderio del cibo. A queste si sommano fattori patologici, come l’insorgenza di alcune malattie o una lunga degenza, e psicologici, tra cui la solitudine e la depressione negli anziani: vediamoli nel dettaglio.
Cause fisiologiche
I cambiamenti dell’organismo che si verificano con l’invecchiamento e che possono compromettere l’appetito interessano i livelli ormonali e l’apparato digerente, ma includono anche alterazioni dell’olfatto, del gusto e della vista.
L’inappetenza può inoltre dipendere da un ridotto fabbisogno di energia o dall’insorgere di malattie gravi o croniche. Osserviamo, più nel dettaglio, queste condizioni:
- Apparato digerente: con l’avanzare dell’età, lo svuotamento gastrico diventa più lento, prolungando il senso di sazietà e riducendo l’appetito. Inoltre, la dentatura spesso imperfetta e la presenza di protesi – che possono provocare infezioni al cavo orale – rendono la masticazione difficoltosa e costringono a mangiare cibi meno invitanti, frullati oppure molto cotti. A causa degli effetti collaterali dei farmaci, poi, la salivazione si può ridurre.
- Cambiamenti ormonali: negli anziani sono stati riscontrati cambiamenti nei livelli e nella reattività di alcuni ormoni responsabili del controllo dell’appetito.
- Alterazioni sensoriali: il gusto, l’olfatto e la vista sono sensi importanti per godere appieno del cibo, per cui la loro alterazione può influire sulla riduzione dell’appetito.
- Fabbisogno energetico ridotto: l’apporto calorico necessario all’organismo è determinato dalla composizione corporea, in particolare dalla massa magra (ossia, tutte le parti del corpo che non contengono adipe, inclusi muscoli, ossa e organi) e dalla quantità di attività fisica praticata. La maggior parte delle persone anziane perde massa magra con l’avanzare dell’età e molte di esse fanno poco movimento, condizioni che portano a una minore richiesta energetica.
- Malattie croniche: molte patologie – come insufficienza cardiaca, insufficienza renale, malattia epatica cronica, morbo di Parkinson e cancro, ad esempio – possono influire negativamente sull’appetito.
Cause psicologiche e sociali
L’appetito è profondamente influenzato dall’ambiente e dall’umore. È risaputo, ad esempio, l’effetto che possono avere la depressione e la demenza, due condizioni che spesso colpiscono le persone anziane.
Anche vivere da soli può influire: chi ha difficoltà a fare la spesa o a cucinare potrebbe diventare meno motivato a prepararsi i pasti, senza dimenticare che pranzare o cenare da soli è meno piacevole. Alcuni rischiano di mangiare male, quindi, perché consumano prodotti cucinati e conservati in modo approssimativo, oppure poco freschi, mentre altri possono addirittura dimenticarsi di mangiare.
Cause farmacologiche
È molto frequente, inoltre, che le persone anziane seguano una terapia farmacologica: alcuni farmaci comunemente usati possono alterare il senso del gusto e dell’olfatto o causare nausea, interferendo, dunque, con l’appetito.
Come affrontare l’inappetenza negli anziani
La conseguenza diretta dell’inappetenza è una carenza nutrizionale più o meno grave, che altera i livelli dei micronutrienti (come vitamine e minerali) e dei macronutrienti (ad esempio le proteine) presenti nell’organismo. Ne consegue uno stato di malessere, stanchezza generale e calo di peso, a cui si può aggiungere la disidratazione, perché non mangiare, spesso, significa anche non bere a sufficienza.
Per evitare esiti simili, il consiglio è seguire da vicino l’anziano aiutandolo a fare la spesa e rifornendolo di cibo che gradisce e che sia salutare.
Oltre a fare attenzione che rispetti una corretta alimentazione, diventa importante aiutarlo a impostare alcune buone abitudini:
- Fare pasti leggeri e frequenti: devono essere almeno tre nell’arco della giornata (meglio cinque, includendo due spuntini), ricordando che è molto importante non saltare la prima colazione. Per evitare che l’anziano si senta sopraffatto dalla quantità di cibo da finire nel piatto, meglio aumentare le sostanze nutrienti piuttosto che abbondare con le porzioni.
- Idratarsi a sufficienza: bere tanto è un consiglio valido per tutti, ancora più per gli anziani. Le quantità generalmente consigliate sono 2,5 litri di liquidi ogni giorno per gli uomini e 2 litri per le donne (ricordando che sono comprensivi di tutti i liquidi che possiamo assumere, sia tramite l’acqua sia mediante i cibi e altre bevande). Vanno evitati alcolici, super alcolici e bibite gassate.
- Contrastare gli effetti collaterali dei farmaci: uno dei possibili effetti collaterali della terapia farmacologica è la comparsa di cattivi sapori in bocca. Curare l‘igiene orale con risciacqui prima di ogni pasto e lavare i denti in modo regolare può aiutare ad alleviare il sintomo.
- Organizzare pranzi e cene in compagnia: vivere i momenti del pasto con gli amici o in famiglia può invogliare l’anziano a mangiare.
- Curare i pasti a 360 gradi: creare un’atmosfera piacevole può influire positivamente sull’appetito. Ad esempio, scegliere belle stoviglie e tovaglie, optare – per quanto possibile – per pietanze colorate e di forma solida, costruire una routine con orari fissi sono tutte azioni che possono aumentare il desiderio di mangiare.
In ogni caso, per prendersi cura al meglio dell’anziano, è bene anche che i familiari si confrontino con il medico per definire la routine più adeguata alle condizioni fisiche e di salute del proprio caro. Qualora la famiglia non riuscisse a seguirlo con la necessaria attenzione, inoltre, può essere presa in considerazione la possibilità di affidarsi a una realtà come una casa di riposo o una RSA, dove specialisti e personale formato sono sempre a disposizione.
Inappetenza e perdita di peso negli anziani: quando rivolgersi al medico
Come abbiamo detto, il confronto col medico può aiutare a prendersi cura dell’anziano inappetente nel modo più adeguato. C’è inoltre un fattore da non sottovalutare, e che va sottoposto alla sua attenzione non appena si presenta, ovvero la perdita di peso, quando è accompagnata da sintomi che possono far sospettare l’esistenza di patologie a esso associate, oppure quando assume proporzioni preoccupanti per la salute, anche in considerazione dell’età.
In generale, si consiglia di approfondire quando si assiste a un dimagrimento di 5 kg o pari al 5% del peso corporeo in meno di 6-12 mesi, perché può diventare il campanello d’allarme per problemi di tipo psicologico, patologie croniche o malattie non diagnosticate come tumore o diabete.
In Real Salus l’inappetenza si cura anche con la socialità
L’attenzione all’alimentazione dei pazienti è una delle caratteristiche dell’ospitalità delle strutture Real Salus, costantemente impegnate a offrire una dieta sana e salutare ai propri ospiti. I menù che proponiamo sono vari, con piatti che seguono la stagionalità e che tengono conto delle esigenze specifiche di ogni persona, secondo le sue necessità o le indicazioni fornite dai medici o dagli specialisti.
Conoscendo bene l’importanza dei momenti conviviali, inoltre, abbiamo organizzato gli spazi in modo da favorire la socializzazione durante i pasti, offrendo agli anziani occasioni di confronto e condivisione, sempre nel rispetto delle esigenze dei singoli. Come abbiamo detto, infatti, creare condizioni ambientali serene e gradevoli aiuta ad alleviare le manifestazioni di inappetenza.
Inoltre, il servizio vigile e attento degli operatori consente di individuare tempestivamente i casi in cui cominciano a riconoscersi i segnali di uno scarso appetito e di intervenire adeguatamente. Contattaci per maggiori informazioni sulla struttura e i servizi offerti.