Anziani con gravi difficoltà motorie che tendono le mani per accarezzare un cane. Parole dimenticate che riaffiorano alla memoria giocando con gli animali. Sono alcuni degli effetti positivi generati dalla Pet Therapy sui malati di demenza e Alzheimer: questa terapia non farmacologica, che sfrutta l’interazione con gli animali da compagnia e il legame che si instaura con loro per promuovere il benessere, è da tempo utilizzata, infatti, anche per il trattamento delle patologie neurodegenerative, con risultati molto positivi.
In questo articolo scopriremo in cosa consiste la Pet Therapy, quali sono i suoi benefici per chi soffre di demenza e Alzheimer e in che modo viene impiegata con i malati. In particolare, approfondiremo l’esperienza di San Petronio, casa di riposo e casa residenza per anziani di Real Salus di Bologna, impegnata a offrire assistenza qualificata ai propri ospiti che soffrono di queste patologie anche attraverso la Pet Therapy.
Cos’è la Pet Therapy e come viene impiegata
La Pet Therapy è un approccio terapeutico finalizzato a migliorare la salute e il benessere delle persone attraverso la relazione con animali da compagnia, come cani e gatti. In Italia questa espressione è stata recentemente sostituita con il termine “Interventi assistiti con gli animali (IAA)”, che comprende tre diverse tipologie di attività:
- l’attività assistita con gli animali, o AAA, in cui prevale la componente ludico-ricreativa;
- l’educazione assistita con gli animali, o EAA, caratterizzata da una dimensione educativa;
- la terapia assistita con gli animali, o TAA, che ha soprattutto un obiettivo terapeutico.
Questa disciplina, che è riconosciuta come cura ufficiale dal Servizio Sanitario Nazionale e regolamentata dal Ministero della Salute attraverso specifiche linee guida per gli interventi assistiti con gli animali, può essere utilizzata in moltissimi ambiti, dalle residenze sanitarie assistenziali alle carceri, dalle comunità per minori agli istituti psichiatrici, per sfruttare l’efficacia terapeutica del rapporto uomo-animale.
La Pet Therapy negli anziani, oltre a essere molto utile per favorire il benessere, stimolare la socializzazione e ridurre il senso di solitudine, rappresenta una terapia non farmacologica dai risultati interessanti anche in presenza di Alzheimer e demenza, due problemi più frequenti con l’avanzare dell’età.
Quali sono gli effetti della Pet Therapy sui malati di Alzheimer?
Numerosi studi suggeriscono che gli interventi assistiti con gli animali abbiano grandi potenzialità terapeutiche nel trattamento dei malati di demenza e di Alzheimer, una patologia neurodegenerativa irreversibile che provoca deficit cognitivi come perdita di memoria e difficoltà di linguaggio, disturbi comportamentali e alterazioni dell’umore che compromettono progressivamente l’autonomia e le attività quotidiane di chi ne soffre.
Al momento, purtroppo, non esiste una cura che permetta di guarire dall’Alzheimer. Accanto ai trattamenti farmacologici, terapie non farmacologiche come la Pet Therapy rappresentano quindi un’importante risorsa per attenuare alcuni sintomi e migliorare il benessere e la qualità della vita dei malati.
Pur in un contesto ancora limitato di ricerche, che in molti casi hanno coinvolto gruppi circoscritti di pazienti e portato a conclusioni non sempre omogenee, numerose evidenze scientifiche hanno messo in luce effetti positivi molto incoraggianti, associati, in particolare, all’impiego della TAA e della AAA.
I principali benefici degli interventi assistiti con gli animali riguardano soprattutto la sfera comportamentale e psicologica, come suggerisce un’analisi della letteratura scientifica sull’argomento realizzata da un team di ricerca australiano, e includono:
- il miglioramento dello stato di benessere generale e del tono dell’umore;
- la riduzione dell’aggressività e dell’agitazione;
- la diminuzione dell’ansia e dell’apatia;
- l’aumento delle relazioni sociali e la riduzione dell’isolamento e della solitudine;
- la stimolazione delle funzioni cognitive, in particolare memoria, attenzione e linguaggio, come evidenziato da un recente studio dell’Università di Parma.
Ma quali sono le ragioni che rendono la Pet Therapy uno strumento benefico per i malati di Alzheimer e demenza?
La Pet Therapy per la demenza: perché gli interventi assistiti con gli animali sono efficaci
Questi effetti positivi sono il risultato della relazione affettiva che si crea tra uomo e animale e che è basata sull’empatia, cioè sulla capacità di immedesimarsi nell’altro e di comprendere i segnali emotivi che invia. A differenza di quanto accade tra gli uomini, il legame tra uomo e animale non si fonda sul linguaggio o su altre capacità cognitive che la demenza può aver compromesso, ma su stimoli sensoriali, visivi, tattili come i gesti, le carezze e il contatto fisico: questa dinamica rende più semplice l’interazione e fa sì che i malati possano sentirsi partecipi, emotivamente coinvolti e gratificati nel rapporto con un animale da compagnia. La presenza di un cane che scodinzola per esprimere gioia o di un gatto che fa le fusa permette agli anziani con demenza di dare e ricevere affetto, favorisce la comunicazione e le relazioni con gli altri, dona tranquillità, risveglia interessi e ricordi.
Ce lo conferma Gabriella Nerieri, animatrice di San Petronio, che ci ha raccontato l’esperienza positiva della struttura con la Pet Therapy.
“Ai nostri anziani con demenza e Alzheimer proponiamo interventi assistiti con animali con un approccio ludico. Queste attività sono una co-terapia che aiuta a ridurre i disturbi comportamentali, come l’agitazione e il wandering, cioè la tendenza a vagabondare senza uno scopo – spiega Gabriella – perché la presenza di un animale attira l’attenzione del malato e lo induce a smettere di girovagare. La relazione con un cane o un gatto, inoltre, migliora il tono dell’umore perché dà la possibilità di riversare su di loro il proprio affetto, ma favorisce anche l’interazione tra gli ospiti, perché invoglia a condividere le sensazioni e le emozioni suscitate da questa esperienza. Per chi nella vita ha avuto un animale domestico la Pet Therapy è anche un modo per stimolare la memoria rievocandone il ricordo.
Un altro effetto benefico che abbiamo osservato è il miglioramento delle capacità di espressione: per chi soffre di demenza non è semplice formulare frasi che seguano un filo logico, richiamare alla mente una determinata parola o denominare correttamente un oggetto, ma la compagnia di un animale rende il linguaggio più focalizzato e preciso, quindi chiamare il cane ‘cane’ o usare un comando specifico, per esempio per farlo stare seduto, diventa più semplice”.
In che modo la Pet Therapy viene usata per la gestione dell’Alzheimer?
Gli interventi di Pet Therapy vengono svolti da operatori qualificati appositamente formati con l’ausilio di animali da compagnia come cani, gatti, cavalli, conigli e asini, specie domestiche in grado di instaurare relazioni sociali con l’uomo. Dopo una valutazione sanitaria e comportamentale, finalizzata a sondarne socievolezza, capacità relazionale e docilità, gli animali idonei vengono educati e addestrati per acquisire le abilità necessarie a svolgere questo tipo di attività. Diventano così dei veri e propri co-terapeuti capaci di coinvolgere, stimolare, suscitare curiosità e affetto nelle persone con cui interagiscono.
Ma come si svolge una seduta di Pet Therapy per chi soffre di demenza e Alzheimer? Generalmente la sessione si tiene in un locale apposito o in uno spazio aperto, dove i malati hanno la possibilità di entrare in contatto con gli animali, sono invitati ad accarezzarli, a dare loro del cibo, a camminare tenendoli al guinzaglio, se la sessione coinvolge dei cani; allo stesso tempo, vengono stimolati a rievocare ricordi e a condividere le emozioni legate a questa esperienza.
Gli interventi assistiti con gli animali per gli ospiti di San Petronio
“A San Petronio – racconta Gabriella – abbiamo iniziato a proporre interventi di Pet Therapy nell’estate del 2019. Più o meno una volta alla settimana, per circa un’ora, ospitavamo alcuni operatori cinofili specializzati di associazioni del territorio insieme a 2 o 3 cani. Alle attività partecipavano sia gli anziani senza problemi cognitivi sia quelli con demenza e Alzheimer, riuniti in gruppo nel giardino che circonda la struttura. Qui, disposti in cerchio, avevano la possibilità di conoscere i cani e di interagire con loro, di coccolare quelli di taglia più grande, che magari appoggiavano il muso sulle loro ginocchia, o di vedere correre, saltare, e di prendere in braccio quelli più piccoli. Spesso gli educatori coinvolgevano gli animali anche in attività di agility, facendoli passare in mezzo a dei tunnel o invitandoli a saltare dentro un cerchio, per attirare l’attenzione degli ospiti. Le risposte, in alcuni casi, sono state davvero incredibili: abbiamo visto persone con gravi problemi motori riuscire a muovere le braccia spinte dal desiderio di accarezzare un cane in cerca di coccole o di dargli da mangiare”.
“Con la pandemia di Covid-19 – spiega Gabriella – abbiamo dovuto sospendere queste attività, ma stiamo già prendendo contatti per ripartire con interventi di Pet Therapy da questa estate, sempre con cadenza almeno settimanale. Per ottenere benefici prolungati, infatti, è importante che le sedute non siano sporadiche ma che ci sia una continuità, in modo che gli anziani possano affezionarsi ai cani, che in genere sono sempre gli stessi, ricordare con noi animatori le attività svolte e i giochi fatti con loro, rivivere le sensazioni piacevoli dell’ultimo incontro, in attesa del successivo”.
Nel frattempo, gli ospiti di San Petronio hanno ogni giorno la possibilità di godere degli effetti benefici della relazione con gli animali grazie a due gatti che, ormai da qualche tempo, sono diventati parte della comunità. “Con loro – conferma Gabriella – è nata una convivenza spontanea. In particolare la gatta Sara si accoccola in poltrona o va a sedersi sulle gambe di alcuni ospiti con cui si è creato un feeling speciale. Ai nostri anziani si illuminano gli occhi quando vedono questi gattini tenerissimi, li accarezzano o li tengono in braccio”.
Real Salus e le terapie non farmacologiche per i malati di Alzheimer
La Pet Therapy è solo una delle tante terapie non farmacologiche che la struttura di Real Salus utilizza per assistere gli ospiti che soffrono di Alzheimer o demenza. Proprio a questo scopo è stato creato lo Spazio Alzheimer, un’area all’interno di San Petronio dedicata alla cura, alla riabilitazione e alla stimolazione degli anziani con problemi legati al deterioramento cognitivo al fine di rinforzare le loro abilità, promuovere la socializzazione e l’autonomia.
Gli interventi non farmacologici realizzati a San Petronio sono numerosi e includono la riabilitazione cognitiva e motoria attraverso una fisioterapia specifica per l’Alzheimer, ma anche attività di tipo emotivo e relazionale come la Doll Therapy e l’approccio Snoezelen, un intervento di stimolazione multisensoriale, entrambi molti utili per ridurre l’aggressività e gli stati ansiosi. A questi si aggiungono la tangoterapia, efficace nel migliorare la mobilità e l’umore, i laboratori manuali e le attività all’interno del giardino terapeutico, uno spazio verde progettato per promuovere il benessere dei malati di demenza e Alzheimer.
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Crediti immagine di copertina: haru/Shutterstock.com