Frattura del femore: l’importanza della riabilitazione

Il miglioramento delle cure mediche, della qualità della vita e la prevenzione di molte malattie permettono oggi di vivere bene e a lungo. Giungere a un’età piuttosto avanzata, però, significa anche essere soggetti a problemi di salute legati al passare del tempo. Le ossa, per esempio, possono divenire fragili e incorrere in fratture più facilmente rispetto alla giovane età, anche per traumi di poco conto. 

La frattura del femore negli anziani, in particolare, rappresenta un problema da non sottovalutare, sia per la lesione in sé sia per le conseguenze a lungo termine sulla salute. La chirurgia ortopedica offre la possibilità di intervenire con tecniche all’avanguardia, ma occorre un’adeguata fase di riabilitazione per restituire alla persona mobilità, autosufficienza e benessere psicofisico

In questo articolo vediamo quali sono le cause che portano alla frattura del femore in età avanzata, qual è il ruolo della riabilitazione e in cosa consiste.

Frattura del femore negli anziani: quali sono le cause

Nella terza età l’osteoporosi è diffusa, inoltre aumenta il rischio di cadute e di lesioni. Cadute e traumi anche di lieve entità possono causare, negli anziani, frattura dell’anca, delle vertebre, del polso e del femore. È proprio quest’ultima a determinare uno dei quadri clinici più complessi: una frattura al femore non ben curata e senza un’adeguata riabilitazione, infatti, può essere responsabile di conseguenze molto gravi come disabilità, perdita di autosufficienza, depressione e perfino decesso. Tale condizione, infatti, impedisce la camminata (dunque l’autonomia) comporta compressione di nervi e vasi sanguigni, con il rischio di infezioni nei tessuti, e obbliga a restare a letto, situazione che predispone a polmoniti e piaghe da decubito.

Osteoporosi, la causa principale della frattura del femore negli anziani

A rendere le ossa così soggette alle fratture nella terza età è, soprattutto, l’osteoporosi, malattia caratterizzata dal deterioramento del tessuto osseo. Le nostre ossa subiscono un processo di continuo rinnovamento nel corso della vita ma, con l’avanzare dell’età, l’attività degli osteoclasti (le cellule responsabili del riassorbimento del tessuto osseo) diventa più intensa rispetto a quella degli osteoblasti (le cellule che invece producono nuovo tessuto). 

L’osteoporosi si presenta quando la perdita di tessuto osseo diventa eccessiva a causa di una persistente e maggiore attività di riassorbimento rispetto alla formazione di nuovo osso. Nel nostro Paese, secondo i dati del Ministero della Salute, circa 5 milioni di persone soffrono di osteoporosi e, per la maggior parte, sono donne in post menopausa.

Tra le possibili cause delle fratture in età avanzata ci sono anche altre malattie come diabete, artrite reumatoide, disfunzioni alle ghiandole paratiroidee, infezioni, oppure terapie prolungate con farmaci che possono indebolire le ossa, come i cortisonici.

Come avviene la riabilitazione per la frattura del femoreFrattura del femore negli anziani: come si interviene e il ruolo della riabilitazione

È essenziale gestire correttamente la frattura del femore con diagnosi rapida, ricovero in ospedale e intervento chirurgico. Quanto prima si opera il femore fratturato, tanto prima la persona riacquista la posizione eretta e si avvia alla guarigione

Le tecniche chirurgiche oggi disponibili, unite alla riabilitazione, consentono una ripresa, nella maggior parte dei casi, anche nelle persone molto anziane. Il tipo di operazione, come indicano gli esperti ortopedici e traumatologi, dipende dal punto del femore in cui si è verificata la frattura.

La riabilitazione dopo la frattura del femore: a cosa serve e quanto dura 

Nel periodo successivo all’intervento chirurgico, la riabilitazione per la frattura del femore è essenziale per riacquistare al più presto la posizione eretta e la deambulazione. Riprendere a camminare bene è necessario per rafforzare le ossa, recuperare la funzionalità di muscoli e tendini, assicurare la stabilità dell’anziano, la sua autosufficienza e la ripresa, per quanto possibile, della quotidianità. 

Gli infermieri e gli assistenti, nei giorni immediatamente successivi all’operazione, aiutano il paziente a porsi seduto, quindi a raggiungere, appena possibile, la posizione eretta, sostenendolo e informandosi sulle sensazioni che prova, senza forzarlo a compiere movimenti eccessivi. 

La riabilitazione può iniziare già una settimana dopo l’intervento chirurgico, se la frattura al femore non era eccessivamente complessa. Avviene in un reparto all’interno dell’ospedale oppure presso una struttura specializzata e ha una durata variabile: gli esperti affermano che gli obiettivi sono restituire buon equilibrio, miglioramento nel cammino e capacità di svolgere le attività quotidiane in circa quattro settimane. Le tempistiche di recupero, tuttavia, variano anche in base alle condizioni di salute generale, all’età, al tipo di frattura, al grado di collaborazione del paziente. Per una ripresa ottimale possono essere necessari mesi.

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Frattura del femore e riabilitazione: tipologia di intervento e di esercizi

Della riabilitazione post frattura del femore fanno parte gli esercizi fisioterapici, indispensabili per ottenere il recupero di forza muscolare, equilibrio e movimento. Si inizia con l’aiuto delle stampelle e del girello, per riabituare la persona alla posizione eretta e a compiere qualche passo senza caricare eccessivamente la parte operata, riacquistando un’andatura corretta con il peso ben distribuito su entrambi i lati del corpo. 

Durante questa fase si effettuano radiografie per controllare il processo di guarigione dell’osso, le condizioni della protesi e dei mezzi di sintesi, per esempio viti, chiodi, placche in materiale biocompatibile. Qualche tempo dopo, si passa a eseguire esercizi specifici in acqua, oppure con la cyclette e il tapis roulant, per migliorare ulteriormente il tono muscolare.

Per la riabilitazione dopo l’intervento, inoltre, a volte si ricorre alla magnetoterapia, che sfrutta l’azione di campi magnetici a scopo curativo e riabilitativo. Terapie fisiche come questa, insieme ad altre, sono disponibili solo presso centri altamente specializzati e favoriscono la guarigione dei tessuti, alleviano i dolori e migliorano l’apporto di sangue e ossigeno alle aree operate.

Oltre alla fisioterapia, al fine di recuperare mobilità, tono muscolare e corretto movimento, in alcuni casi possono rendersi opportuni anche programmi di terapia occupazionale. Questi permettono il ripristino di abilità come lavarsi e nutrirsi autonomamente, che possono risultare difficoltose dopo un intervento ortopedico in una persona anziana.

L’importanza di affidarsi a un centro specializzato in riabilitazione post frattura femore

La riabilitazione dopo l’intervento per la frattura del femore deve far parte di un programma su misura per ogni situazione, come previsto anche dal Progetto riabilitativo individuale, strumento attivo nel nostro Paese da oltre 40 anni che stabilisce gli obiettivi di autonomia che una persona dovrebbe raggiungere attraverso i programmi di riabilitazione giusti. 

Dopo l’intervento chirurgico, quando i medici si sono assicurati che l’operazione sia ben riuscita e che la persona sia in grado di stare in piedi, l’ideale sarebbe tornare a casa propria, dotandosi di ausili come stampelle o deambulatori, e contando su servizi di assistenza domiciliare o caregiver familiari per l’assistenza nella quotidianità. 

Se la persona è autonoma potrà recarsi nell’ambulatorio dell’ospedale o in altre strutture indicate per svolgere la fisioterapia. Se non lo è, invece, si potrà richiedere un fisioterapista a domicilio

La riabilitazione per la frattura del femore negli anzianiQualora l’anziano non fosse ancora in grado di restare in piedi e di muovere qualche passo, in base alla valutazione del fisiatra si segue la riabilitazione presso reparti di cliniche, ospedali o centri specializzati. Se invece la persona non riesce a stare in piedi e presenta altre malattie concomitanti, come ad esempio diabete, problemi al cuore, difficoltà cognitive, occorre la lungodegenza riabilitativa, con assistenza clinica e infermieristica 24 ore al giorno, per un periodo di alcune settimane. 

Una struttura solida e qualificata, con anni di esperienza alle spalle, si rivela in questo caso la scelta migliore per il programma riabilitativo di un anziano, garantendo assistenza completa giorno e notte. Presso le residenze Real Salus – realtà che gestisce diverse strutture per anziani a Bologna e provincia – è possibile seguire programmi di fisioterapia e riabilitazione stabiliti sulla base delle esigenze individuali della persona, concordati con il medico curante e condivisi con i familiari. L’obiettivo è riportare il paziente a una graduale ripresa della mobilità e dell’autonomia, sempre tenendo conto delle sue specificità.

Le residenze Real Salus, nel tempo, si sono specializzate in ortogeriatria, il trattamento riabilitativo ortopedico per gli anziani e, in modo particolare, in relazione alla fase successiva all’intervento di stabilizzazione per la frattura del femore. In una palestra attrezzata, che si avvale dell’esperienza di fisioterapisti altamente qualificati, gli ospiti possono usufruire di terapie fisiche come massaggi, magnetoterapia, riabilitazione ortopedica e post traumatica. 

È possibile anche avvalersi di un servizio di fisioterapia a domicilio, che rientra tra le proposte assistenziali della RSA Aperta, servizio con cui Real Salus garantisce tutte le prestazioni tipiche di una RSA direttamente a domicilio.

L’equipe, inoltre, è sempre a disposizione dei familiari e del caregiver per fornire corrette indicazioni volte a completare la riabilitazione in modo corretto dopo il ritorno a casa. Contattaci per maggiori informazioni su tutti i servizi offerti.

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