Come aiutare gli anziani con afasia a comunicare meglio
Oggi parliamo di afasia, un disturbo del linguaggio che può presentarsi nel corso della vita per diverse ragioni ma che tocca, con particolare frequenza, la terza età e per i nostri anziani rappresenta una sfida non indifferente.
Spesso conseguente all’insorgenza di ictus, in concomitanza con malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, oppure in conseguenza di traumi o infezioni cerebrali, è importante comprendere come si diagnostica questa patologia e quali strategie adottare per supportare chi ne è colpito.
Che cos’è l’afasia
L’afasia è una condizione neurologica che limita la capacità della persona di parlare, comprendere, leggere o scrivere. Non facciamo riferimento in questo contesto ad alcuna origine psicologica o emotiva del disturbo, ma ci riferiamo espressamente ad una patologia provocata da un’alterazione delle aree del cervello deputate al linguaggio che ha una sua specificità e non deve essere confusa né con la disartria (difficoltà nell’articolazione delle parole) o la disfonia (alterazioni della voce), che hanno origini e implicazioni diverse.
Le principali tipologie di afasia che possono presentarsi nell’anziano
Esistono diverse forme di afasia che si differenziano in base all’area del cervello danneggiata e alla gravità di questo danno; distinguiamo:
- Afasia espressiva (o motoria): la persona comprende ciò che viene detto ma ha difficoltà a parlare. Il linguaggio può risultare rallentato, semplificato o interrotto.
- Afasia recettiva (o sensoriale): la produzione del linguaggio è fluente, ma la comprensione risulta alterata. Il discorso può apparire privo di senso, ripetitivo o scollegato.
- Afasia globale: è la forma più severa, in cui sono compromesse sia la comprensione sia l’espressione del linguaggio.
- Afasia mista: si tratta di una combinazione di deficit che variano da persona a persona.
Quando si verifica l’afasia negli anziani: le cause più comuni
La causa più ricorrente per le forme di afasia nell’anziano è riconducibile all’ictus cerebrale che, secondo le stime, se colpisce l’emisfero sinistro del cervello, nel 40% dei casi, provoca questa tipologia di disturbo. Come anticipato la severità della patologia dipende dall’entità del danno.
A seguire, fra le cause, traumi cranici, tumori, infezioni e malattie degenerative (come Alzheimer e altre forme di demenza), quando aggrediscono e danneggiano le aree cerebrali deputate al linguaggio.
Come si diagnostica l’afasia
La diagnosi di afasia da parte dello specialista arriva a seguito di test clinici del linguaggio, che valutano la capacità del paziente di comprendere, nominare oggetti, ripetere parole, leggere e scrivere. La valutazione linguistica è affiancata da esami diagnostici strumentali per immagini, come la risonanza magnetica o la TAC cerebrale, che consentono di individuare l’esatta collocazione del danno neurologico.
Come affrontare l’afasia nell’anziano: strategie e supporto
Affrontare e gestire l’afasia richiede necessariamente un approccio personalizzato e indubbiamente multidisciplinare.
- Terapia del linguaggio
La logopedia è il principale trattamento. Attraverso esercizi mirati, il paziente può migliorare le proprie capacità comunicative e imparare nuove strategie per esprimersi e comprendere.
- Riabilitazione cognitiva
Quando l’afasia è associata a un decadimento cognitivo, un percorso di stimolazione cerebrale può rivelarsi importante per mantenere attive e rafforzare le funzioni ancora attive nell’ottica di rallentare il più a lungo possibile il decadimento in atto.
- Supporto familiare
Il ruolo dei familiari intesi come tessuto sociale nel quale l’anziano vive e si rapporta è molto importante. Non bisogna mai dimenticare il forte impatto emotivo che i problemi di comunicazione con il prossimo e l’ambiente provocano. Il senso di frustrazione, fragilità e spaesamento può rendere molto più complessi i programmi di gestione, contenimento o recupero. Dunque, creare un ambiente sereno, rispettare i tempi dell’anziano e comunicare con lui in modo chiaro e adulto, contribuirà al suo benessere emotivo.
- Qualche consiglio per una comunicazione efficace con un anziano afasico
Per migliorare la qualità della comunicazione con un anziano afasico ci sono alcune accortezze che possiamo osservare:
- Evitare elementi di distrazione come televisione o rumori di sottofondo;
- Guardare la persona negli occhi e assicurarsi di avere la sua attenzione
- Usare frasi brevi e semplici, adulte e rispettose della persona
- Lasciare spazio e tempo per rispondere, senza completare le frasi al suo posto;
- Ricorrere, se necessario, alla comunicazione non verbale (gesti, immagini, scrittura).
Vivere una nuova quotidianità: strumenti digitali per facilitare la comunicazione con persone afasiche
L’afasia può generare frustrazione, isolamento e indurre stati depressivi, ed è per questa ragione, come abbiamo già accennato che è così importante che alle cure sia affiancato un tessuto sociale che non faccia sentire l’anziano solo ad affrontare questa condizione. Un ulteriore supporto per la gestione di questa condizione ci viene dalla tecnologia che ha fatto importanti passi avanti proprio per garantire una maggior autonomia scongiurando l’isolamento.
Negli ultimi anni, l’evoluzione delle tecnologie assistive ha portato alla messa a punto di strumenti digitali progettati per supportare la comunicazione delle persone affette da afasia. Questi strumenti si basano sulla Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA), vale a dire un insieme di strategie e tecnologie che mirano a compensare le difficoltà comunicative attraverso modalità non verbali, come simboli, immagini e sintesi vocale.
Fra le più utilizzate, applicazioni per dispositivi mobili, come tablet e smartphone che permettono agli utenti di selezionare immagini o simboli rappresentanti parole o frasi, così da semplificare la comunicazione e facilitare l’espressione di bisogni, emozioni e pensieri. Alcune di queste app hanno raggiunto un ottimo livello di personalizzazione dei contenuti e sono a tutti gli effetti, alleati preziosi per un’interazione più efficace.
Oltre alle app, sono disponibili anche dispositivi dedicati, come i comunicatori dinamici, che integrano hardware e software specifici per la CAA. Dotati di schermi touch, sintesi vocale e librerie di simboli, spesso integrano la possibilità di effettuare chiamate o inviare messaggi e si possono configurare in base alle esigenze specifiche dell’utente. La scelta del dispositivo più adeguato è di norma supportata dal parere di un professionista.
Ma cosa accade quando i nostri anziani sono inseriti o stanno per essere inseriti in una residenza per anziani? Lo abbiamo chiesto a Leonardo Folchi, Responsabile dell’organizzazione aziendale delle Residenze per Anziani Real Salus, per le sedi di Bologna e Ferrara.
[…] Nelle nostre residenze per anziani, il lavoro di équipe e l’attenzione alla comunicazione specialmente quando i nostri ospiti presentano questo tipo di deficit, sono strumenti preziosi attraverso i quali salvaguardiamo la possibilità di ognuno di esprimersi e interagire – ci spiega Folchi – Il nostro personale stimola con attività opportunamente strutturate le aree del linguaggio e le modalità di espressione, supporta gli ospiti con l’obiettivo di rinforzare le competenze presenti e al contempo sviluppare nuove strategie alternative di interazione […]
Dunque, oltre ad attività opportunamente previste per gli ospiti che hanno questo tipo di necessità, il livello di attenzione dello staff a salvaguardare la qualità della comunicazione è sempre elevato.
Contattaci per avere maggiori informazioni.